Presentato il progetto pilota per l’alimentazione della generazione Alpha
I baby critici gastronomici del progetto U.F.FA. chef per un giorno.
L’iniziativa pilota nata per contrastare l’obesità infantile e sviluppare una ristorazione Family Friendly è stata ideata e realizzata da Slurp Kids, brand della startup innovativa sociale Med in Eat. La sua founder Rosaria Castaldo ha realizzato il progetto con il Comune di Todi grazie ad un protocollo di intesa firmato alla fine del 2021. Ma gli obiettivi sono stati condivisi, sempre attraverso un protocollo, con l’Università dei Sapori di Perugia, Confcommercio Umbria-Fipe e Confcommercio Todi.
Sotto la guida dello chef Daniele Guidantoni, nei laboratori dell’Università dei Sapori di Perugia, il 28 giugno, 9 bambini e le loro mamme hanno realizzato un piatto originale, ideato secondo le regole della “Carta dei diritti alimentari per la crescita” redatta nel 2005 da Med in Eat: un cestino di tagliolini colorati denominato

“Il nido di Dotto l’aquilotto” (ispirato alla leggenda di Todi)
su sughi di diversi colori, completato da uova di quaglia.
Questo piatto sarà proposto in carta dai ristoranti di Todi che avranno aderito all’iniziativa.
I baby partecipanti sono stati selezionati tra i 22 bambini e bambine, tra i 6 e gli 8 anni che hanno svolto a Todi un percorso di educazione alimentare ispirato alla dieta mediterranea con un’attenzione particolare all’analisi sensoriale per diventare una sorta di piccoli critici gastronomici.
Ancora più importante è che i bambini e i loro genitori abbiano sviluppato un senso critico che li porterà a privilegiare cibi sani e ad abbandonare abitudini alimentari sbagliate, sia a casa che al ristorante.
A settembre inizierà invece il secondo step: formazione gratuita dei ristoranti presso l’Università dei Sapori, per il personale cucina e sala specializzati nell’accoglienza e all’intrattenimento dei bambini.
L’iniziativa è stata presentata a Perugia in una conferenza stampa, in contemporanea con la lezione per i bambini. Hanno partecipato Stefano Lupi, presidente Università dei Sapori, Rosaria Castaldo, founder di Med in Eat, Romano Cardinali, presidente Fipe -Federazione Pubblici Esercizi Confcommercio Umbria, Alessia Marta, assessore del Comune di Todi.
“Alla base della nostra collaborazione c’è la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con Med in Eat – ha sottolineato il presidente di Università dei Sapori, Stefano Lupi – con l’obbiettivo di realizzare il progetto Slurp Kids nel territorio regionale, nazionale e internazionale, sensibilizzando le istituzioni e le imprese del settore della ristorazione all’adozione della Carta dei diritti per la crescita. Vogliamo anche arrivare alla costituzione di un Comitato Tecnico Scientifico con sede presso Università dei Sapori, finalizzato alla ricerca e allo sviluppo di attività di formazione e divulgazione scientifica nelle aree della conoscenza e della diffusione della corretta alimentazione e cucina innovativa, e realizzare workshop ed eventi dedicati alla ristorazione family friendly. Università dei Sapori è particolarmente sensibile ai temi della corretta alimentazione e soprattutto della cultura del cibo. Questo di oggi è solo il primo passo di una collaborazione che siamo certi sarà molto fruttuosa. I bambini sono il target più strategico su cui lavorare, dobbiamo trasferire loro il nostro patrimonio immenso in fatto di cultura alimentare ed evitare che i loro gusti siano viziati da cibo spazzatura, con tutti i danni per la salute che ne derivano”.
“E’ un’abitudine consolidata quella che gli adulti scelgano per i bambini – ha aggiunto Rosaria Castaldo, fondatrice della start up Med in Eat – ma il loro gusto incontaminato deve essere educato e sollecitato. I piccoli vanno indirizzati verso alimenti sani e naturali che li aiutino a riconoscere il buono e ad aumentare l’autonomia. Il progetto Slurp Kids vuole contribuire a rendere ristoranti e pizzerie luoghi che garantiscano un’esperienza positiva anche ai più piccoli, grazie a pietanze originali invitanti e ad una accoglienza “su misura”. Dopo la sperimentazione con il Comune di Todi, il nostro traguardo è la diffusione massima del progetto e il coinvolgimento di altri Comuni, per cui si sta già lavorando insieme ad Università dei Sapori”.
“Il Comune di Todi ha aderito con entusiasmo al progetto rivolto all’educazione alimentare dei piccoli tuderti basato sulla Carta dei diritti alimentari per la crescita”, ha dichiarato Alessia Marta, Assessore ai servizi sociali con delega alla famiglia del Comune di Todi, nonché mamma coinvolta nel percorso di formazione con il proprio bambino. “Si tratta di un progetto sociale che rende protagonisti i cittadini-bambini e amplia l’offerta dei servizi family friendly”.
“Bambini ben gestiti, coinvolti nelle scelte, che sappiano stare a tavola in modo corretto – ha evidenziato il presidente di Fipe Confcommercio Umbria, Romano Cardinali – sono un valore aggiunto anche per i locali, perché non si annoiano, non disturbano gli altri commensali – evitando così che si arrivi al fenomeno dei ristoranti “no kids” – e soprattutto non sono indotti a passare tutto il tempo davanti allo schermo del cellulare.
Fipe Confcommercio sposa dunque con convinzione un progetto che qualifica la ristorazione umbra, accrescendo anche i motivi di attrazione della nostra regione, molto vocata al turismo delle famiglie”.
Il progetto si inserisce nell’ottica della prevenzione di una pandemia silente che riguarda i giovanissimi che si conferma in continuo peggioramento.
Secondo gli ultimi dati disponibili infatti (Indagine Okkio alla Salute, Istituto Superiore di sanità, anno 2019) l’Umbria, regione pilota del progetto, è al nono posto in Italia per sovrappeso e obesità nei bambini. Tra i piccoli umbri in età 7-10 anni, l’1,4% soffre di obesità grave, il 5,8% è obeso, il 23,2% in sovrappeso, e quest’ultimo dato è superiore alla media nazionale, pari del 20,4%.
Le cattive abitudini alimentari assunte da piccoli provocano conseguenze gravi da adulti: in Umbria il 44,6% della popolazione ha problemi di eccesso ponderale (di questi l’11,3% è obeso), una percentuale superiore al dato nazionale (42,4%).
Il periodo post pandemia, con i più giovani molto limitati nell’attività fisica e sportiva e nella socialità, fa ragionevolmente ipotizzare un peggioramento della situazione.